Villa Malenchini: nobili casate, tradizioni, giardini rigogliosi e grandi artisti

Villa Malenchini Parma Facciata
"Villa Malenchini a Carignano è da elencarsi, senza dubbio, tra le più superbe e pregevoli ville del territorio parmense. Di cospicua mole, edificata su grandi linee a pianta rettangolare, a un solo piano nobile oltre il piano-terreno e l'ammezzato, la villa è stata costruita e ampliata in epoche diverse. Il corpo centrale a 5 finestre, con portone e balcone sovrastante, sta a indicare una primitiva costruzione secentesca: i due corpi laterali arretrati, che allungano sensibilmente la facciata, sono di epoca ulteriore: primo '800. Ciò che desta la maggiore impressione nel visitatore è il grandioso parco che circonda la villa, che si estende per vari ettari verso sud, con un viale centrale chilometrico fiancheggiato da alte siepi di mortellone, tagliate accuratamente a emisferi e a cubi alternantisi: il che conferisce una particolare bellezza al giardino modellato all'italiana.
Quali cornici laterali, si ergono due altissime ali di annose piante, in prevalenza conifere;
lo sfondo, addirittura scenico, si prolunga in due lunghissime file di pioppi che lasciano intravvedere, a cannocchiale, le ridenti colline felinesi, col Castello al centro, di effetto incomparabile particolarmente con le luci del tramonto. Tale disposizione, concepita in modo geniale, farebbe pensare alla competenza di un giardiniere di vaglia, come poteva essere monsieur Leinhart, il capo-giardiniere di Maria Luigia.
Mi viene invece riferito che il disegno e l'esecuzione sono stati ideati e ordinati dalla N. D. Fortuny Malenchini-Raggio, ampliando un più modesto giardino preesistente e la sorpresa del visitatore si tramuta allora in una espressione di ammirazione e di omaggio allo squisito senso artistico della scomparsa nobile proprietaria. Il parco si estende anche ai lati est e ovest della villa, comprendendo seducenti boschetti, un tortuoso laghetto e perfino un labirinto pure formato di alte siepi squadrate di bosso.
Villa Malenchini Viale
La tenuta di Carignano è stata, con ogni probabilità, inizialmente formata dai Marchesi Lampugnani, poiché nel XVII secolo erano feudatari di Carignano e Felino. I Lampugnani, di origine milanese, compaiono a Parma nel 1532, ma già alla fine del XVII sec. a Carignano era subentrata la nobile famiglia Cervi, di origine mantovana e residente a Parma dalla seconda metà del XIV secolo.
Ai primi del '600, all'epoca della primitiva costruzione della villa, eravi un Vincenzo (1588-1660) e nei primi del '700 ne era proprietario il celebarimo Giuseppe Cervi (1663-1748), professore eminente di medicina nella nostra Università, versato in filosofia, matematica, astronomia, oratoria e poesia, e infine protomedico di Elisabetta Farnese e di Re Filippo a Madrid, ove fondò e presiedette l'Accademia di Medicina e Fisica. Salì a tale fama europea da essere accolto nella Reale Accademia delle Scienze di Parigi.
Ampliò e abbellì la villa di Carignano, corredandola con ampie estensioni di terreni. Per sua munificenza, fu ricostruita la facciata della chiesa parrocchiale antistante la villa, nel 1702, migliorandone anche l'interno.
Giuseppe Cervi, morto celibe nel 1748, lasciò i suoi cospicui beni alle sorelle Francesca, coniugata al Conte Alessandro Gigli (donde vennero poi i Gigli-Cervi) conti di Mulazzano (1802) e Rosa, coniugata al nobile Giovanni Robiani, la cui figlia Orsola sposò il nobile Giuseppe Maria Corradi, donde iniziò la famiglia Corradi-Cervi, la quale, acquistando il feudo di Piantonia (già dei Conti Cantelli) ne ottenne l'investitura (1795) con titolo Marchionale.
La villa di Carignano fu ereditata dai Corradi-Cervi con l'appendice di qualche migliaio di biolche, suddiviso in molti poderi che, da Carignano, giungevano fino a Felino e ad Arola.
Nel 1808 la villa e parte della tenuta annessa passò in proprietà alla nobile famiglia Zileri: a Camillo (1764-1838) coniugato alla Marchesa Luigia Tirelli ved. Paveri-Fontana e al fratello Alessandro, Guardia del corpo di S.A.R. l'Infante don Ferdinando e sindaco di Vigatto (1820-1823). Nelle Mappe del 1821 vari poderi tra Felino e Carignano sono già intestati agli Zileri: Camillo, Alessandro e Michele. Il seguente proprietario fu il Conte Camillo Zileri-Dal Verme (1805-1876), creato Conte da Maria Luigia nel 1836.
Villa Malenchini Carignano
Nel 1876 villa e tenuta passarono al figlio Conte Camillo (1830-1896), sposato vent'anni prima a Maria Clementina, figlia del Conte Lucchesi-Palli-Pignatelli dei Principi di Campofranco, Duca della Grazia, e della Principessa Maria Carolina di Borbone, Duchessa di Berry, Dama di palazzo di Luisa Maria.
Camillo alienò la tenuta di Carignano intorno al 1878, acquistando la villa di Mamiano (poi Magnani). Ne subentrò quale proprietario, per soli 4 anni, un Marchese Monticelli, genovese, per passare a un altro genovese, Lodovico Peirano, pure di nobile famiglia, coniugato alla signora Annetta Lertora. Il Peirano lasciò i suoi beni al figlio Enrico Amilcare che vendette la villa al Conte Edilio Raggio, che la donò, quale regalo di nozze, alla figlia, N. D. Fortuny, sposatasi al Marchese Luigi Malenchini.
I Malenchini costituiscono una antica famiglia originaria di Val Malenco (donde Malenchini), passata in Toscana nella prima metà del secolo XVII. Di essi, Vincenzo (1813-1881) ebbe larga parte e costituì l'anima del Risorgimento italiano in Toscana. Fu presente ai fatti d'arme di Novara, Curtatone e Solferino; aiutò la preparazione dei Mille di Garibaldi e partecipò alla Spedizione Medici; fu pure a Custoza e creato infine Senatore e Marchese da Re Umberto I (1895). Da Vincenzo derivarono Giovanni, indi i nipoti Giulio e Luigi, quest'ultimo coniugato alla Contessa Fortuny-Raggio, che a sua volta assegnò la villa al figlio Marchese Piero, attuale proprietario, quale dono di nozze con la N. D. Raimonda dei Baroni Ferrari-Pelati".

Fonte: Lodovico Gambara (da «Le ville parmensi», 1966)


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